Gijon 2010

Non vedevo l'ora che si tenesse un Euro Lambretta in Spagna, in quanto è una delle Nazioni europee nella quale non ero mai stato e quindi appena saputo dell'organizzazione spagnola ho iniziato, assieme al collega Marco a pianificare il viaggio. Finalmente è arrivato il giorno della partenza in una calda giornata di inizio Giugno. In due soli, nessuna assistenza al seguito. La prima giornata di viaggio si è svolta attraverso la via Emilia e poi attraversando gli appennini per giungere quasi al confine con la Francia. Giornata perfetta, tutto fila via come l'olio, perfetta cenetta sul lungomare di Imperia. Cosa c'è di meglio? Dal secondo giorno però lo scenario cambia radicalmente, all'orizzonte appaiono nuvoloni neri e ad un certo punto anche la pioggia che purtroppo ci accompagnerà per gran parte del viaggio e del raduno. In ogni caso al termine della seconda e della terza giornata, nonostante gli acquazzoni, arriviamo sulla costa atlantica francese, percorrendo regolarmente i 500 km giornalieri che ci eravamo prefissati. Alla partenza del quarto giorno di viaggio attraversiamo i Paesi Baschi, con scenari incantevoli, finalmente il tempo sembra migliorare, sulle strade che percorriamo spesso fiancheggiando l'Atlantico. Poi però passata la pittoresca Eibar, sede della fabbrica che costruiva le Lambretta su licenza, ritroviamo la pioggia ad intervalli. Una sosta a circa 150 km dalla ns. meta dove incontriamo personaggi folcloristici che ci festeggiano, ravviva il nostro stato d'animo, che però peggiora nuovamente mentre ci avviciniamo a Gijon, dove oltre alla pioggia incessante troviamo anche raffiche di vento fortissimo. A circa 50 km dall'arrivo iniziamo ad incontrare altri lambrettisti che arrivano da tutta Europa per partecipare all'evento. I più sconvolti sembrano essere gli inglesi che avendo in gran parte viaggiato in traghetto, percorrono la parte 'guidata' del viaggio come per andare ad una scampagnata e vengono accolti invece da un clima più consono al loro Paese d'origine. Anche il raduno purtroppo si svolge sotto un diluvio incessante, tanto da aver costretto le autorità regionali a diramare un allerta meteo. Per questo più che la vita sociale al campeggio sede del raduno, gran parte di noi ha frequentato il bel centro della città (in taxi) ed i numerosi locali dove abbiamo assistito assieme ad amici inglesi anche alle partite del campionato del Mondo di calcio in corso in Sudafrica. Si parte quindi per il ritorno, devo dire senza troppa nostalgia del posto. Il primo giorno del ritorno è finalmente bello e la nostra meta è di arrivare a Biarritz al confine franco - spagnolo. Partiamo di domenica mattina presto, quindi decidiamo di prendere l'autostrada. Marco è davanti a me quando ad un certo momento sento il davanti della Lambretta farsi repentinamente più leggero. Capisco immediatamente, ho forato la ruota anteriore, occhiata allo specchietto per vedere che non sopraggiunga nessuno, frenata immediata e poi lascio dolcemente andare la Lambretta dove vuole lei, per evitare di cadere. Ci riesco anche se mi trovo sulla parte di sorpasso della carreggiata, ma avevo fatto bene i miei conti. Il tutto in una frazione di secondo. Quando lo scooter è di nuovo sotto il mio controllo lo porto sulla corsia di emergenza. Cambio la ruota, qualche amico inglese sopraggiunge e dopo il mio racconto è più impressionato di me dall'accaduto, mi viene offerta assistenza ma non ne ho bisogno perchè sono attrezzato per effettuare il cambio della ruota. Dopo poco arriva Marco che si è fatto qualche km in contromano sulla corsia di emergenza. In ogni caso dopo 10 minuti ripartiamo ed arriviamo alla meta prefissata. Il secondo giorno non ci va così bene e dopo aver viaggiato circa 6 ore sotto il diluvio universale decidiamo di fermarci dopo solo 400 km di tappa a Carcassonne, rinomata cittadina medievale. A dire il vero siamo estasiati dal bellissimo e molto confortevole e nuovissimo Hotel nel quale ci siamo fermati, bagnati fradici nonostante le tute antipioggia. Ripartiamo la mattina dopo aver passato una nottata di assoluto riposo. Ci vuole perchè la giornata è anche peggio della precedente; giunti in prossimità della costa azzurra la pioggia diventa una grandine fine e battente e ci troviamo a non vedere nemmeno dove stiamo andando. Attraversiamo un paesino con l'acqua a mezza ruota, poi una volta sulla strada statale fuori dall'abitato vediamo davanti a noi i campi che iniziano a portare acqua e fango verso la strada, così dopo una curva in mezzo al nulla l'insegna di un Hotel diventa un miraggio. Faccio segno a Marco di finirla lì perchè ho come l'impressione che le cose si stiano mettendo male. In ogni caso la cena serale all'Hotel ci ricompensa ampiamente della giornata. La TV ci riporta di scenari apocalittici che sono successi esattamente nella zona che abbiamo attraversato noi, dove ci sono state vere e proprie alluvioni. Una volta ripartiti la mattina seguente, infatti,  dopo pochi km troviamo la strada statale bloccata dalla polizia e non percorribile in quanto ancora totalmente sott'acqua. Nel tragitto abbiamo trovato diverse macchine nei fossi o incidentate. Prendiamo quindi l'autostrada mentre dall'altra parte escono decine e decine di mezzi della protezione civile francese. Passando di fianco alle zone alluvionate ci rendiamo conto del disastro che è successo. Una volta rientrati in Italia ritroviamo finalmente un bel sole caldo ed il viaggio arriva al termine senza ulteriori complicazioni dopo aver percorso, nell'ultimo giorno di viaggio per compensare alle tappe non rispettare dei giorni precedenti, più di 750 km! Da dire che in tutto questo le Lambretta hanno dimostrato ancora una volta assoluta affidabilità in quanto non abbiamo avuto il benchè minimo problema meccanico.